CINGHIALE (Sus scrofa)

Classificazione sistematica e distribuzione

Classe: Mammalia
Ordine: Artiodactyla
Famiglia: Suidae
Genere: Sus
Specie: Sus scrofa

 

Il cinghiale è un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia dei Suidi. Ancora incerta e non completamente chiara risulta la sistematica a livello sottospecifico, ulteriormente complicata da due ordini di fattori legati alle attività umane: l’ibridazione delle popolazioni selvatiche con i conspecifici domestici e l’incrocio con forme evolutesi in aree geografiche differenti ed introdotte dall’ uomo in zone estranee al loro areale originario. In Europa è stato osservato in base alle dimensioni dei soggetti un gradiente: dai più grandi a nord-est alle taglie minori a sud-ovest. Da sempre considerato al contempo una preda ambita per la sua carne e un fiero avversario per la sua tenacia in combattimento, solo nel corso del XX secolo ha cessato di essere una fonte di cibo di primaria importanza per l’uomo, soppiantato in questo dal suo discendente domestico, il maiale.

Dal maiale si riconosce per la corporatura lateralmente più compressa, la testa più slanciata e per la presenza, soprattutto nei maschi, di canini molto sviluppati e sporgenti, a crescita continua (zanne). La pelle è spessa e di colore nero ed è ricoperta da una pelliccia di setole corte e di colore variabile sull’intero corpo. Il colore negli adulti è bruno-nero mentre nei piccoli è più rossastro e poi striato longitudinalmente. Le zampe sono corte con le anteriori più lunghe delle posteriori. Per quanto riguarda le dimensioni corporee, è evidente un dimorfismo sessuale con maschi molto più grandi delle femmine. Il peso varia dai 35 ai 350 kg, sebbene alcune razze domestiche raggiungano anche 450 kg. L’altezza al garrese varia tra i 50 e i 110 cm e la lunghezza testa corpo 100-150 cm, con la coda di 12 -20 cm.

 

Areale geografico ed ecologia

Il cinghiale si trova su tutti i continenti ad eccezione dell’Antartide, dai selvatici ai più o meno domesticati. Si trova inoltre su molte isole anche oceaniche introdotto dall’uomo a scopo venatorio e di sussistenza, e frequenta diversi tipi di habitat dalle aree semi aride alle foreste tropicali, oltre che nelle foreste temperate, praterie, steppe, foreste di caducifoglie e zone agricole.

È senz’altro oggi l’ungulato selvatico più diffuso in Italia sia in termini distributivi che di consistenza (oltre 900.000 unità) e si prevedono dinamiche di popolazione crescenti anche per il prossimo decennio. Attualmente l’areale distributivo della specie interessa circa il 64% del territorio italiano e risulta verosimile un ulteriore ampliamento. Si può osservare dalla Valle d’Aosta sino alla Calabria, in Sardegna, Sicilia, Elba ed alcune piccole isole. Importante sottolineare che la sua distribuzione è stata fortemente influenzata da introduzioni di esemplari di origine alloctona.

Proprio a causa di queste immissioni abusive ed illegali a scopo venatorio gli esemplari presenti sono spesso frutto di incroci tra cinghiali provenienti dall’est europeo e da allevamenti, e i numerosi maiali domestici allevati allo stato brado. La specie si ritrova comunemente dalle aree montane e pedemontane boscate dei monti Aurunci ma non di rado sconfina anche in aree densamente antropizzate (Via Cassio o Madonna di Ponza a Formia).

È una specie particolarmente adattabile sebbene il suo optimum ecologico sembra rappresentato dai boschi decidui dominati dal genere Quercus alternati a cespuglieti e prati-pascoli; zone ricche di sottobosco e di presenza di acqua e pantani dove può trovare refrigerio nei bagni di fango che gli permettono di eliminare i parassiti dalla pelle.

Onnivoro, la sua dieta è costituita per il 90% da materia di origine vegetale: radici, tuberi, erbe, frutti, noci, semi, colture agricole, invertebrati, carogne, funghi, lombrichi, topi, conigli, rane, serpenti e molluschi. Uccide e mangia anche le vipere, il cui morso è praticamente indolore per il cinghiale, grazie allo spesso strato di pelle e grasso di cui dispone. Per disseppellire i tuberi ara con il muso e i denti il terreno lasciando caratteristici solchi. È un animale opportunista e generalista e la composizione della sua dieta varia durante il corso dell’anno in relazione alla fluttuazione della disponibilità di cibo.

Il cinghiale è prevalentemente notturno e di indole gregaria; le femmine e i giovani formano piccoli gruppi con una femmina dominante, mentre i maschi conducono vita solitaria e si avvicinano al branco soltanto nel periodo della riproduzione. Sono poligami. Si accoppiano in inverno e partoriscono da 2 a 12 piccoli allattati per circa tre mesi. Durante questo periodo la femmina non tollera la presenza di estranei e può essere aggressiva verso un eventuale pericolo per i piccoli. I giovani diventano sessualmente maturi a circa un anno di vita sebbene solo in condizioni particolari si accoppiano prima del secondo terzo anno.